Il Museo Civico Archeologico di Sarteano è ubicato all’interno di Palazzo Gabrielli che mostra una struttura del XVI secolo con chiare preesistenze di epoca medievale, quali la cosiddetta ‘porta del morto’ posta nella seconda sala: essa è collocata molto più alta del livello stradale perché vi si accedeva tramite una scala che di notte veniva ritirata e offriva sicurezza, finchè poi se ne perse l’uso quotidiano e rimase adibita a far passare esclusivamente le casse da morto per caricarle sul carro. Sul soffitto della seconda sala compare lo stemma della famiglia Gabrielli e numerosi camini ornano le sale del primo piano, mentre nel piano interrato, un tempo adibito a cantine, si notano le fondamenta direttamente appoggiate sul banco di travertino locale, lo stesso nel quale sono scavati gli ipogei etruschi di cui si espongono i reperti, creando un suggestivo rimando.
Il Museo è stato inaugurato il 27 settembre 1997, per farvi confluire i reperti conservati nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, provenienti dagli scavi della seconda metà del XIX e del XX secolo, oltre a portarvi anche il piccolo nucleo di materiali facenti parte dell’Antiquarium Comunale e fino al 1995 esposti nelle sale del Palazzo Comunale e una collezione privata, la Bologni, donata al Museo. A Firenze erano confluiti nel corso dei decenni materiali da singoli ed estemporanei rinvenimenti, mentre le uniche ricerche sistematiche nel territorio erano state quelle effettuate negli anni 1951-54 da Guglielmo Maetzke nella necropoli di Solaia-Macchiapiana-Mulin Canale e delle Pianacce, ricerche alle quali il nostro Museo ha dedicato una pubblicazione nel 2010 (vedi sotto). Non sono invece tornati nel territorio di origine la grande mole di reperti, circa 800, che costituivano la collezione Fanelli, tutta proveniente da scavi degli anni 1824-25 nella necropoli di Solaia e che furono offerti in dono nel 1826 al Granduca Leopoldo e che pertanto, facendo parte delle collezioni granducali ormai storicizzate, sono rimasti al Museo di Firenze. Così come è conservata quasi interamente al Museo Archeologico di Siena, oggi all’interno del complesso del Santa Maria della Scala, la cospicua collezione Bargagli avviata nel 1835 con la scoperta della tomba della famiglia Sentinate Cumere in località Le Tombe che ha restituito alcune delle più belle urne della produzione chiusina e formata in seguito perlopiù da Piero Bargagli nella seconda metà del XIX secolo, in particolare con i ritrovamenti a Sferracavalli della grande necropoli villanoviano-orientalizzante.
Questi materiali rimasero esposti a Sarteano nel Palazzo Bargagli, come mostra questa foto, fino a quando nel 1941 –venendo meno al legato testamentario del 1918 in cui si lasciavano in dono al Museo di Firenze con la richiesta di lasciarli sul posto – furono trasferiti a Siena dove si trovano tutt’oggi. Pertanto, se si esclude il Bargagli che tendeva quantomeno a mantenere le indicazioni dei luoghi di provenienza degli oggetti, pur confondendone i corredi, gli scavi intensivi del XIX secolo, come quelli Borselli o Lunghini, furono fatti con il solo scopo di creare grandi collezioni su cui lucrare. Senza parlare dell’immenso patrimonio che nel corso di due secoli è uscito con un continuo stillicidio dal territorio di Sarteano per andare a incrementare il mercato antiquario confluendo in musei di tutto il mondo, come il Louvre, il British Museum, vari musei americani, perdendo il dato di provenienza o indicandolo sotto una generica provenienza “Chiusi”, fino ai recenti scavi di rapina che sono proseguiti anche dal dopoguerra ad oggi depauperando un patrimonio enorme che, se fosse rimasto sul posto, avrebbe arricchito la comunità locale nel suo insieme.
In questo quadro la nascita del Museo di Sarteano si pone anche come quella di un presidio territoriale che è divenuto da subito, grazie all’attività del Gruppo Archeologico Etruria, che si è appunto ricostituito nel 1996, un promotore dell’attività di scavo per salvaguardare quelle parti di patrimonio ancora non del tutto distrutte. In questo alveo gli interventi di scavo nella necropoli di Solaia- Macchiapiana- Mulin Canale nel 1996-97 e di Albinaia nel 1999 hanno messo in luce testimonianze importanti per la definizione cronologica degli ipogei, seppur in contesti sempre saccheggiati. Nel 1997 è stata inoltre indagata per intero la necropoli della Palazzina, di cui non si avevano notizie prima del nostro intervento, ma che aveva anch’essa subito un pesante saccheggio, rinvenendo un nutrito lotto di materiali che sono stati prontamente restaurati ed esposti fin da subito al momento dell’inaugurazione del Museo. Inoltre a partire dal 2000 il Comune di Sarteano, in regime di concessione, con la direzione del Museo e con l’opera del Gruppo Archeologico, scava la necropoli delle Pianacce, scoperta da Maetzke nel 1954 e già sottoposta a vincolo archeologico dal 1984, nella quale sono state rinvenute al momento 21 tombe tra cui la straordinaria tomba dipinta della Quadriga Infernale e un’importante area sacra teatriforme. Questi scavi hanno fruttato, pur essendo tutte le tombe già brutalmente violate dai clandestini, oltre 300 nuovi reperti che sono stati prontamente restaurati nel nostro laboratorio di restauro e sono andati a costituire nel settembre 2009 tutta la nuova ala a pian terreno del Museo dedicata per intero appunto alla necropoli delle Pianacce. Gli ultimi ritrovamenti esposti nel maggio 2011 sono quelli dei rinvenimenti del giugno 2010, in una sorta di “record” tra tempi di scavo – pulitura - restauro – studio – esposizione che è uno dei vanti del nostro Museo.
DIREZIONE:
dott. Alessandra Minetti
museo@comune.sarteano.si.it
RESPONSABILE DELLA DIDATTICA:
dott. Chiara Mencarelli
SOCIETA' DI GESTIONE:
Intrepido Servizi
OPERATORI MUSEALI:
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+39 0578269261
ARCHEOLOGI E GUIDE ADDETTI ALLA DIDATTICA E ALLE VISITE GUIDATE:
dott. Chiara Mencarelli
RESTAURATORE:
Roberta Laurini
FEBBRAIO 2005 PREMIO EXAEQUO DELLA REGIONE TOSCANA PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO premio al Museo, al Gruppo Archeologico Etruria, al Comune di Sarteano e alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana per la sinergia dimostrata a seguito della scoperta della Tomba della Quadriga Infernale
DICEMBRE 2010 MENZIONE SPECIALE ALLA PRIMA EDIZIONE DEL PREMIO DELL'ICOM ITALIA "MUSEO DELL'ANNO 2010" PER LA MIGLIORE GESTIONE per i musei che hanno conseguito buoni risultati anche grazie a personale adeguato e competente
APRILE 2012 DECRETO DI RICONOSCIMENTO DI MUSEO DI RILEVANZA REGIONALE DA PARTE DELLA REGIONE TOSCANA PER I MUSEI DI QUALITA'